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Sharing Mobility: l’Italia della mobilità condivisa

Sono più di 1 milione gli utenti del car-sharing in Italia e il bike-sharing è il primo in Europa per estensione. Il servizio, inoltre, si tinge di verde con un parco veicoli per il 27% elettrico. I dati della crescita nel Rapporto Nazionale realizzato dall’Osservatorio Sharing Mobility presentato a Roma

 

Adottata ormai da anni tra lo scetticismo di qualcuno, la mobilità condivisa tira le somme e i numeri raccontano un successo: oggi sono 18,1 milioni gli italiani che possono usufruire di almeno un servizio di mobilità condivisa (28% della popolazione italiana). Sono i dati tratti da una recente indagine dell’Osservatorio «Audimob» di Isfort, secondo la quale due cittadini su tre conoscono il car-sharing e sono disposti ad utilizzarlo principalmente in alternativa agli spostamenti con l’auto di proprietà (54,5% degli intervistati). In Italia i servizi che hanno avuto maggiore diffusione nell’ultimo anno sono il bike-sharing, il car-sharing, ma anche il car-pooling, lo scooter-sharing e il bus-sharing, oltre alle nuove app, che in un’unica piattaforma permettono di prenotare e acquistare tutta la sharing-mobility a disposizione nelle città italiane.

Il servizio è in continua crescita ed evoluzione. Ad esempio, negli ultimi anni sono circa 40.000 le biciclette offerte in bike-sharing in 265 Comuni, circa 8.000 le auto in car-sharing per 1.077.589 utenti, nelle due formule free floating (l’auto che si preleva e si lascia ovunque) e station-based (si preleva e si lascia in appositi spazi) e sono circa 2,5 milioni gli utenti per il car-pooling extraurbano. La mobilità condivisa, inoltre, strizza sempre di più l’occhio all’ambiente registrando un significativo aumento dei veicoli adottati a zero emissioni: è elettrico infatti il 27% degli scooter e delle auto condivise che circolano nelle città italiane.

Registra un +50% l’adozione dei servizi di mobilità condivisa nel triennio 2015-2017. Sono le regioni del sud a registrare una crescita più forte della mobilità condivisa con un +57% nel triennio, mentre Milano si conferma fiore all’occhiello in Italia per sharing-mobility.

Il punto nella Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility

A fare il punto sullo stato dell’arte della sharing-mobility italiana con la presentazione del Secondo Rapporto Nazionale sulla Sharing Mobility è stata la 2° Conferenza Nazionale sulla Sharing Mobility, tenutasi presso la stazione Termini di Roma il 27 marzo organizzata dall’Osservatorio Nazionale della Sharing Mobility (nato da un’iniziativa del Ministero dell’Ambiente e della Fondazione per lo Sviluppo sostenibile e composto da 80 membri fra cui tutti gli operatori di sharing), in partnership con Deloitte Gruppo FSI, ha fatto il punto. 

La mobilità condivisa – ha affermato il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti – è uno dei comparti trainanti di quella rivoluzione della sostenibilità dei trasporti urbani che è essenziale per assicurare standard qualità dell’ambiente e della vita nelle città. I trasporti incidono infatti in maniera significativa sull’inquinamento atmosferico urbano che, soprattutto nella pianura padana, segna ancora ripetuti superamenti delle soglie imposte dalle norme nazionali ed europee. Ma il traffico è anche uno dei principali fattori di stress della vita in città. Condividere mezzi, tragitti, viaggi, spostamenti casa-lavoro è un modo concreto e anche «sociale» per aiutare le città ad essere più a misura di essere umano. Il ministero in questi anni ha finanziato progetti di 573 interventi per 625 milioni in favore di 169 enti locali in materia di mobilità sostenibile e nell’ultimo anno ha promosso e finanziato oltre 80 progetti per gli spostamenti casa-lavoro e casa-scuola presentati dai Comuni italiani. È questa la direzione giusta per un’Italia migliore e più green”. 

La mobilità passeggeri – ha sottolineato Edo Ronchi, Presidente della Fondazione Sviluppo Sostenibile – è eminentemente un fenomeno urbano, e gran parte degli spostamenti avviene in città. Questo significa anche che gli impatti negativi della mobilità si riscontrano nelle nostre città, dove vi è il maggior numero di persone esposte. È però proprio in città che ci sono le maggiori opportunità perché il modello di mobilità individuale venga messo in discussione da quello basato sui servizi condivisi e pubblici. Perché ciò accada serve che la mobilità condivisa conquisti spazio e lo tolga all’uso dell’auto privata”.

Sintesi del Rapporto nazionale: panoramica completa sulla mobilità condivisa in Italia

■ Bike-sharing primo in Europa con circa 40.000 bici condivise in 265 Comuni

In Italia nell’ultimo anno il bike-sharing è cresciuto del 147%. La crescita delle flotte a disposizione ha permesso che un numero maggiore di italiani si avvicinasse all’uso della bicicletta e rivelato come sia assolutamente improrogabile l’ampliamento dello spazio a disposizione per la ciclabilità nelle città.

L’Italia con 265 Comuni e altri enti territoriali in cui è attivo il bike-sharing e 39.500 bici condivise, è il paese europeo in cui la diffusione, in termini di numero di servizi attivi, è più alta. La grande novità dell’ultimo anno nei servizi di bike-sharing è l’avvento anche in Italia del bike-sharing «free floating», realizzato dai grandi operatori a livello mondiale come Mobike, Ofo e Obike che negli ultimi mesi hanno attivato il servizio in alcune medio-grandi città del centro-nord (tra cui Milano, Firenze, Roma e Torino) con 22.800 biciclette condivise.

Le principali aziende che forniscono sistemi di bike-sharing «dock-station» in Italia sono: Bicincittà, operativo in 121 Comuni per un totale di 7.056 biciclette e 1.535 stazioni, Clear Channel presente su Milano e Verona con 4.900 biciclette e 305 stazioni, Ecospazio operativo in 89 Comuni con 1.034 biciclette e 135 stazioni, TMR srl (solo per servizi attivi), che ha nel 2016 istallato il sistema di Palermo e di altri 16 Comuni con 659 biciclette. Più di due terzi del totale delle biciclette in condivisione si circola però sulle strade di sole 4 città: Milano (44%), Torino (13%), Firenze (8%), Roma (5%).

■ Car-sharing, in 5 anni quintuplica l’offerta di auto, Milano in pole position

Nel 2017 è stato superato il milione di iscritti in Italia, con 7.679 veicoli e 35 città interessate. Nel 2016 sono stati fatti complessivamente circa 8 milioni di noleggi con una percorrenza complessiva di 62 milioni di veicoli km. Il numero di veicoli condivisi globalmente in Italia tra il 2013 e il 2017 è quintuplicato, mentre il numero degli iscritti e dei noleggi è cresciuto rispettivamente di diciotto e trentasette volte. In particolare si riscontra negli ultimi 12 mesi un aumento non solo del numero di auto condivise, ma anche del numero di noleggi giornalieri per auto, che consente al servizio di guadagnare in redditività ed efficienza. Ad esempio oggi un’auto in car-sharing a Milano viene noleggiata in media 5 volte al giorno, cioè il doppio dei valori medi del 2013.

La diffusione dei due operatori storici (car2go e Enjoy) si stabilizza ma con l’ingresso a Milano di uno dei più grandi operatori a livello mondiale (DriveNow) e l’aumento della diffusione delle auto elettriche condivise (grazie a Sharen’Go, E-Vai e Blue-Torino) il Car-sharing italiano ha innestato un’altra marcia, anche dal punto di vista della riduzione delle emissioni. Non solo persone, ma anche cose. Dal 20 marzo il vehicle sharing di Eni, è partito, primo nel mondo, con un nuovo servizio sperimentale dedicato al trasporto condiviso di «cose», in partnership commerciale con Fiat, che vedrà circolare 50 Doblò Cargo rossi inizialmente nelle città di Milano, Roma e Torino sia a benzina, sia bi-fuel (benzina e metano).Nota dolente: purtroppo i servizi di car-sharing in Italia sono ancora concentrati per la maggior parte in poche aree urbane. Dei 7.679 veicoli in car-sharing censiti al 31/12/2017, il 43% è infatti al servizio della sola città di Milano, seguita da Roma con il 24% dei veicoli, Torino con 15% dei veicoli e Firenze con l’8%. Milano resta quindi leader per mobilità condivisa con quasi 3.400 auto, 16.650 bici, e più di 100 scooter elettrici; a breve sarà attivo il servizio di car-pooling con sosta gratuita in alcune aree sperimentali in città. e tutta l’offerta dei mezzi pubblici, taxi, car-sharing, bike-sharing, scooter-sharing sarà fruibile a breve in un’unica app.

■ Car-pooling, 2,5 milioni gli utenti del servizio extraurbano, +350% in città

Si tratta di un servizio che consente di condividere con altre persone uno spostamento in automobile (potrebbe essere considerato un’evoluzione tecnologica dell’autostop). In Italia continua a crescere l’utilizzo del Car-pooling di media e lunga distanza, offerto da BlaBla Car, che ha raggiunto nel 2017 2,5 milioni di iscritti in Italia ma anche, e questa è la novità, dedicato agli spostamenti casa-lavoro e agli altri spostamenti urbani, con numerosi operatori: Clacsoon, Zego, Moovit, Scooterino, Jojob, UP2GO e Bepooler, che registrano gli iscritti in forte crescita nel triennio 2015-2017, passando dai 72mila circa del 2015 ai 265mila registrati alla fine dello scorso anno (con una crescita del 350%).

■ Scooter-sharing, il 68% della flotta è elettrico

Una novità importante dell’ultimo anno è rappresentata dalla rapida diffusione dello scooter-sharing elettrico, con gli operatori Ecooltra e Mimoto, che hanno iniziato il servizio nel 2017 a Roma e Milano guidando la penetrazione della motorizzazione elettrica anche per il mondo delle due ruote.

Totalmente assenti nel 2016, gli scooter elettrici rappresentano invece a dicembre 2017 ben il 68% della flotta complessivamente. Segue lo stesso trend di crescita anche il numero di noleggi che nel 2017 sono stati circa 250mila, aumentati dell’11% rispetto all’anno precedente.

■ Journey planners, app e aggregatori, la nuova frontiera della sharing-mobility

Cresce il numero di app dedicate all’aggregazione e journey planning dei principali servizi della mobilità condivisa urbana. Free2Move è l’ultimo operatore ad essere sbarcato sul mercato, aggiungendosi a Urbi, già operativa dal 2016, e a Moovit, operativa dal 2013, mentre Omoove, leader in Italia e in Europa per l’offerta di soluzioni tecnologiche end-to-end per la mobilità condivisa, offre agli operatori del settore un’applicazione completamente personalizzabile in grado di gestire contemporaneamente il car-sharing free floating e quello station based.

Cresce dunque il numero di applicazioni, così come anche il numero di città dove è possibile trovare soluzioni di servizi integrati e pianificazione degli spostamenti. Sono 43 oggi le città e gli ambiti territoriali dove è possibile scaricare una app e accedere a questi servizi, cresciuti costantemente dal 2013 con una percentuale media dell’80% in 5 anni. Le app aiutano anche i servizi di trasporto pubblico tradizionale a migliorare l’offerta: l’app «Mytaxi», disponibile in 70 città di 13 paesi con 11 milioni di utenti nel mondo è stata lanciata in Italia da 2 anni e vede già 3.000 tassisti affiliati, di cui 850 a Milano, 2.000 a Roma e 150 a Torino.

La Sostenibilità e le tendenze della mobilità futura

I giovani preferiscono la sharing alla proprietà dei mezzi: dalla relazione di Luigi Onorato, partner di Deloitte, è emerso che il tasso di motorizzazione (numero di auto su 100 persone) degli italiani tra i 18 e i 45 anni è passato dal 53% del 2005 al 37% del 2016 e a ciò ha contribuito anche la diffusione del car-pooling e del car-sharing.

La sharing-mobility e il trasporto pubblico sono alleati per la sostenibilità ambientale delle città: se cresceranno insieme nei prossimi anni, permetteranno di ridurre drasticamente l’uso dell’auto privata e delle emissioni inquinanti. L’OCSE (International Transport Forum) ha realizzato una simulazione sulla città di Lisbona illuminante: se si usassero solo veicoli condivisi e trasporto pubblico in città, si potrebbe realizzare lo stesso numero totale di spostamenti giornalieri, ma con una riduzione sino al 90% del numero di auto, con imponenti vantaggi per la qualità dell’aria e per le emissioni di CO2, ed un risparmio di spazio enorme. Viceversa, se la diffusione dei veicoli elettrici e a guida autonoma– prevista per i prossimi anni non fosse accompagnata alla sharing e al forte utilizzo del trasporto pubblico e all’elettrificazione, gli effetti sarebbero devastanti: i km percorsi ogni giorno dai veicoli in circolazione potrebbero aumentare anche del doppio, con conseguente danno sanitario e ambientale.

[ Roberta Di Giuli ]