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CENTRALE A BIOGAS GREENWAY BERTIOLO: 8.500 MWh DI ENERGIA VERDE ALL’ANNO PER IL TERRITORIO

Impianto biogas

Nasce in Friuli un impianto che alimenta una filiera a km zero: energia elettrica alla rete nazionale, concime naturale per i campi. Dieci le imprese agricole protagoniste del progetto, con la partecipazione di FriulAdria al capitale sociale

 

Un altro fiore all’occhiello nell’ambito delle realizzazioni che dimostrano quanto sa essere verde il nostro Paese. Questa volta tocca al Friuli fregiarsi di un impianto virtuoso, un altro… Si tratta della centrale Greenway Bertiolo di Udine, uno dei più grandi impianti a biogas – biogas ricavato dalla fermentazione delle colture erbacee – del Medio Friuli, situato nella nuova zona industriale di Braide Matte. Realizzata fra il 2009 e il 2011 e collaudata durante il 2012, la centrale funzionerà continuativamente 365 giorni l’anno con una potenza di 1 MW elettrico, sufficiente a coprire il fabbisogno elettrico di oltre 2.000 famiglie… Detraendo gli autoconsumi dalla produzione annua prevista di 8.500 MWh, si stima di cedere alla rete circa 8mila MWh, con la possibilità di valorizzare energia termica a costi contenuti per l’area industriale limitrofa. Costato complessivamente circa cinque milioni di euro, l’impianto occupa una superficie di 18mila metri quadrati e può contare sulla disponibilità di 300 ettari di terreno.

Il biogas si produce in un processo anaerobico in mesofilia (temperatura intorno ai 40-45°C) che interessa le masse vegetali all’interno di fermentatori; questo gas alimenta un motore (il cogeneratore) che produce l’energia elettrica da immettere nella rete. I residui del processo, fertilizzante liquido di alta qualità e concime naturale, saranno conferiti ai terreni gestiti dalla stessa Greenway.

Gli attori del progetto

Taglio del nastroConcepito dalla società agricola arl Greenway (società costituita da tre famiglie di imprenditori agricoli, Tam, Sbrugnera e Gardisan, nelle vesti di soci di maggioranza, con Marco Tam Presidente e Gabriele Gardisan vicepresidente) con la partecipazione al capitale sociale di FriulAdria (impresa&finanza) del Gruppo CariparmaCrédit Agricole e con lo studio Catullo&Partners di Treviso nel ruolo di advisor – ha visto la partecipazione di altri attori economici locali, Carifvg in qualità di banca mutuataria e NEB per la fase di avvio.

 

“La centrale Greenway Bertiolo è un’idea che è nata sul territorio e per il territorio – spiega Marco Tam, Presidente del CdA di Greenway e coordinatore del progetto -. Abbiamo fatto rete valorizzando le competenze di ognuno (tecniche, agronomiche, gestionali e finanziarie) e dando vita a un team di lavoro di 30 persone. Il nostro intento era dare impulso all’economia locale, e così è stato: sono state aziende friulane a costruire l’impianto; soltanto la tecnologia è tedesca, quella della Schmack Biogas Srl, ma con una progettazione e il personale che seguono i progetti italiani”.

Greenway Bertiolo rappresenta un tipico caso di filiera a km zero, sia in entrata sia in uscita: infatti i terreni limitrofi alla centrale (tutti nelle disponibilità di Greenway società agricola arl) forniscono la materia prima, mentre il fertilizzante organico naturale che risulta dal processo andrà su questi stessi terreni sostituendo, in buona parte, il concime chimico.

“Per FriulAdria si tratta di un intervento coerente con il ruolo di riferimento assunto dalla Banca nel comparto agricolo e agroalimentare del Triveneto – spiega il responsabile del Servizio Impresa e Finanza Maurizio Zanette Come banca locale costantemente impegnata a supportare l’economia del territorio riteniamo di aver dato un segnale importante in un’ottica anticrisi accompagnando la nascita di un impianto che è frutto di una rete tra le imprese”.

 

Roberta Di Giuli

 

Scheda impianto Greenway Bertiolo (UD)

? Realizzato con tecnologia di  Schmack Biogas Srl: www.schmack-biogas.it

? Potenza: 1 MW elettrico

? Tonnellate equivalenti petrolio (TEP) all’anno risparmiate sulla produzione elettrica: 1.860

? Fermentatore: vero motore dell’impianto, il fermentatore a flusso continuo EUCO®, si presenta come un parallelepipedo in cemento, forma diversa rispetto alla vasca circolare dei fermentatori tradizionali. Ma è all’interno la vera particolarità, con un agitatore ad aspo che percorre il fermentatore in tutta la sua lunghezza. Prodotto da Schmack Biogas Komponenten Gmbh, azienda del gruppo, si caratterizza per un consumo di energia estremamente basso (3 kW per ciascun motore) ottenuto grazie ai motori sincronizzati con trasmissione diretta. In acciaio, estremamente robusto, è capace di sostenere fino a 100.000 Nm. Le lunghe pale disposte a ventaglio rompono la superficie del substrato e sfiorano il fondo, impedendo così la formazione di materiale galleggiante, schiume, croste o sedimentazioni, che creerebbero difficoltà nella liberazione del biogas. Il suo movimento lento (3/4 di giro al minuto) e costante permette di movimentare al meglio le biomasse contenute nel fermentatore; condizione indispensabile per lavorare con materie prime ad alto contenuto di sostanza secca. L’altra condizione fondamentale per il benessere dei batteri è il mantenimento di una temperatura costante, ed è anche in questo caso l’agitatore a renderla possibile: all’interno dell’albero, infatti, si trova una tubazione in cui scorre acqua calda il cui calore si diffonde poi nella biomassa fermentante grazie al movimento delle pale che miscela il substrato in maniera ottimale. EUCO® è un fermentatore con flusso a pistone, il cui maggior vantaggio è la certezza che la biomassa resterà nell’impianto un tempo definito, perché costretta a percorrere la vasca in tutta la sua lunghezza. In questo modo c’è la certezza che tutta la biomassa avrà passato almeno una parte delle fasi della digestione e che ai post-fermentatori non arriverà del substrato indigerito.

 

I COCCUS®, dalla forma circolare, possono essere utilizzati sia insieme con l’EUCO® come post-fermentatori, sia da soli, come fermentatori principali. Diversi sono i sistemi di agitazione e di riscaldamento della biomassa.

Al posto del lungo agitatore ad aspo agiscono due o più (a seconda delle dimensioni della vasca) agitatori REMEX® sui lati opposti dell’impianto. Derivati da quello dell’EUCO®, gli agitatori REMEX® sono anch’essi caratterizzati da lunghe pale disposte ad aspo, che rompono la superficie per evitare croste o schiume. La trasmissione avviene tramite ingranaggio epicicloidale, e i motori assorbono in totale 7,5 kW, garantendo la miscelazione ottimale. La velocità di agitazione è adattabile al substrato.

Il riscaldamento è statico, a parete: una spirale di tubi in cui scorre acqua calda. La perfetta miscelazione garantita dagli agitatori permette al calore di diffondersi in modo uniforme.

Il tetto del COCCUS® è in legno e ha integrato un feltro su cui nidificano dei batteri che hanno il compito di fissare lo zolfo contenuto naturalmente nel biogas, per portarlo al di sotto dei limiti indicati per il motore. Qui è convogliato per essere desolforato anche il biogas prodotto nell’EUCO®. Al di sopra è teso il gasometro, realizzato in tessuto pressostatico EPDM, e fissato con un sistema brevettato da Schmack Biogas. Per la sicurezza dell’impianto, poi, un sistema di controllo della pressione evita che questa sia eccessiva.

 

? Cogeneratore: completa l’impianto il Container All In One (più semplicemente AIO). Si tratta di un container che non ospita soltanto il cogeneratore, ma anche tutti i sistemi di pompaggio del digestato, i sistemi di gestione dell’acqua calda, il sistema di raffreddamento dei gas e il Biowatch. Gli impianti biogas di Schmack sono infatti completamente automatizzati, e il «cervello» è proprio il Biowatch, che, oltre a controllare la parte elettrica, raccoglie, elabora e protocolla tutti i dati rilevanti per il funzionamento. I parametri di controllo e di funzionamento sono poi visualizzati sullo schermo BIOWATCH® XL: è pertanto possibile intervenire tempestivamente in ogni momento, tanto più che gli stessi parametri sono sempre consultabili anche da remoto, con una semplice connessione internet.

Grazie ad AIO, dunque, è possibile velocizzare le operazioni di avviamento dell’impianto: il container è pronto da collegare alle tubazioni, essendo già stato testato in fase di realizzazione e non avendo quindi la necessità di costruire sale tecniche o ulteriori opere.