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VDNA Barcoding: i segreti della biodiversità alpina

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Studio della biodiversità di montagna in Valle d’Aosta, per «l’analisi del DNA della flora, della fauna e alla microflora alpina» attraverso un Centro dedicato con progetti di ricerca multidisciplinari

 

Conoscere meglio per meglio tutelare. È l’obiettivo che ha spinto la realizzazione dell’Unità di ricerca «VDNA Barcoding – Biotecnologie avanzate per lo studio della biodiversità alpina», costituita dal Museo regionale di Scienze naturali, in qualità di capofila, dal Parco nazionale del Gran Paradiso, dal Parco naturale del Mont Avic, dalla cooperativa 3Bite e dalla Società BioDigitalValley che cura la parte bioinformatica. A rendere possibile la messa a punto di un progetto ambizioso, che si muove attraverso progetti di ricerca multidisciplinari, sono stati i finanziamenti del Fondo europeo di sviluppo regionale e del Fondo sociale europeo.

Il palcoscenico per la presentazione dei progetti operativi, dei primi risultati, ma soprattutto delle tecnologie impiegate, dei servizi di analisi genetica che potranno essere messi a disposizione delle altre realtà nazionali e internazionali, delle potenzialità e prospettive di sviluppo, è stato un workshop tenutosi presso il Centro di ricerca scientifico-naturalistico del Marais, la riserva naturale fra Morgex e La Salle, un rifugio per le specie amanti dell’acqua molto rare, se non assenti nel resto della regione.

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A prendere la parola è stato l’Assessore all’agricoltura e risorse naturali Renzo Testolin: “Capofila di questo progetto è il Museo di Scienze naturali e ha dei partner sia istituzionali che privati e questa è una cosa estremamente interessante perché rispecchia quella che dovrà e potrà essere il futuro della ricerca e della valorizzazione bioambientale”.

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Santa Tutino, Direzione Aree protette, ha spiegato: “La riserva naturale del Marais è una zona umida istituita nei primi anni Novanta a seguito di uno sbarramento artificiale che ha determinato le condizioni adatte per ospitare, in particolare, avifauna migratrice. La vegetazione è quella tipica delle sponde ripariali dei fiumi, ormai molto ridotta e che si può trovare qui al Marais e a Les Iles di Saint-Marcel che è l’altro esempio di questo tipo di ambiente. Questo Centro è nato come sede operativa del Museo di Scienze naturali proprio per permettere di sistemare e archiviare tutte le collezioni museali che non avevano una disposizione idonea. Quindi prima di tutto ospita le collezioni raccolte negli anni dal Museo di Scienze naturali. Inoltre ha due laboratori per attività di ricerca sul territorio e il workshop di oggi presenta proprio questo aspetto. È dotato di aule didattiche per attività di educazione ambientale per avvicinare il mondo della scuola alla ricerca e, in particolare, alla ricerca naturalistica e, infine, di una biblioteca che raccoglie il meglio della bibliografia naturalistica valdostana”.

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Roberta Di Giuli
[25 Set 2014]