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Dall’economia lineare all’economia circolare, la via italiana

economia circolare

L’ENEA lancia un Piano di azione per un modello di sviluppo che coniughi competitività, innovazione e sostenibilità

•• Un modello di sviluppo che punta a coniugare crescita e sostenibilità. L’economia circolare è un tema ancora troppo spesso trattato nell’ottica di soluzioni di riutilizzo dei materiali. Un aspetto fondamentale, ma riduttivo per un nuovo modo di pensare all’economia che coinvolge i sistemi di produzione e costringe necessariamente le aziende a innovare i propri business model.

L’ENEA, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile, ha presentato sul tema un Piano di azione articolato in quattro punti, che prevede la creazione di un’Agenzia nazionale per l’uso efficiente delle risorse (sull’esempio di Germania, Giappone e USA); la semplificazione normativa con un focus specifico sulla prevenzione e il riciclo; la sinergia tra Pubblica Amministrazione, ricerca e imprese; il trasferimento di tecnologie per l’innovazione del sistema produttivo nazionale. Per discuterne, ENEA ha invitato nella sua sede romana esponenti del mondo istituzionale, accademico e delle imprese nel convegno «Innovazione e competitività: la via italiana alla Circular Economy». 

I benefici per il nostro Paese

Nella prima delle due tavole rotonde della giornata si è discusso dei benefici per il Paese derivanti dalla diffusione di pratiche di economia circolare. “Istituzioni, enti di ricerca e imprese sono già attivi in questo ambito con numerose iniziative, che restano però troppo spesso isolate” osserva Roberto Morabito, direttore del Dipartimento Sostenibilità dei Sistemi Produttivi e Territoriali dell’ENEA, che ha introdotto e moderato la prima tavola rotonda. “Occorre quindi individuare soluzioni tecnologiche ottimali per la chiusura dei cicli produttivi; semplificare il quadro normativo con un’attenzione specifica alla cosiddetta legislazione end of waste e al regolamento REACH sulla cessazione dello status di rifiuto; incrementare la collaborazione tra imprese, ricerca e pubblica amministrazione; accrescere l’innovazione del tessuto produttivo”. Da anni ENEA, spiega il Direttore, “lavora allo sviluppo e all’implementazione di soluzioni tecnologiche e di approcci integrati per l’uso efficiente delle risorse sul territorio e all’interno delle imprese. Abbiamo realizzato la prima piattaforma di simbiosi industriale in Italia e completato progetti in questo ambito in tre Regioni italiane, supportando aziende che operano in settori diversi a scambiarsi risorse, che da ‘potenziali’ rifiuti per un ciclo produttivo diventano elementi utili per un altro”.

economia circolare


Un modello di sviluppo basato sull’economia circolare potrebbe creare solo nel nostro Paese oltre 500mila nuovi posti di lavoro, oltre alle positive ricadute sull’ambiente. Secondo stime dell’Unione Europea, l’eco-progettazione, la riduzione della produzione di rifiuti e il loro riutilizzo possono generare risparmi per 600 miliardi di euro per le imprese (pari a circa l’8% del fatturato annuo) e ridurre le emissioni di gas serra di 450 milioni di tonnellate l’anno. 

Il ruolo delle grandi aziende

Nella seconda tavola rotonda, esponenti del mondo delle imprese hanno raccontato case studies che hanno coinvolto le loro aziende nel campo dell’economia circolare.

Il responsabile Sostenibilità del gruppo Barilla Roberto Ciati sottolinea come “la creazione e l’evoluzione di modelli di sviluppo sostenibile sono fra le priorità del gruppo Barilla e riguardano l’intero ciclo produttivo dal campo alla tavola: per noi il benessere delle persone, la salvaguardia delle risorse del Pianeta e lo sviluppo delle comunità in cui operiamo costituiscono insieme il nostro modello di fare impresa Buono per Te Buono per il Pianeta”. In particolare, spiega Barilla, lo sviluppo della filiera della pasta “costituisce un esempio reale: in collaborazione con spin-off accademici e coltivatori di grano duro abbiamo creato un sistema a supporto delle decisioni che ci ha consentito di produrre nel 2015 circa 140mila tonnellate di grano duro di qualità, riducendo di circa il 20% l’utilizzo di fertilizzanti e di acqua per l’irrigazione e le emissioni di anidride carbonica, promuovendo la rotazione colturale e permettendo una migliore gestione economica da parte degli agricoltori. Condivisione di obiettivi comuni, collaborazione tra gli operatori di filiera, competenze scientifiche e innovazione tecnologica sono aspetti fondamentali per gli sviluppi futuri”.

In rappresentanza di Costa Crociere è intervenuta il Direttore Sostenibilità e Relazioni Esterne Stefania Lallai: “il tema dell’economia circolare è di fondamentale importanza per noi. Portare in vacanza milioni di crocieristi nelle più belle destinazioni del mondo implica una gestione operativa molto complessa. Il nostro impegno è proprio quello di creare un sistema virtuoso a bordo delle nostre navi, che permetta di trasferire il valore anche a terra, privilegiando un approccio multi-stakeholder. Un esempio concreto è la gestione dei rifiuti: a bordo delle nostre navi non solo effettuiamo il 100% di raccolta differenziata, ma prepariamo i materiali raccolti in modo che siano già pronti per essere avviati al riciclo una volta scaricati al porto. A Savona, grazie alla collaborazione con il Consorzio Imballaggi Alluminio CiAl abbiamo raccolto dal 2007 ben 334 tonnellate di alluminio, che sono state utilizzate per dar vita a nuovi oggetti. Il corrispettivo economico viene ridistribuito al personale Costa che a bordo delle navi si adopera per le operazioni di raccolta e compattazione”.

energia circolare

Il Direttore Innovazione e Sostenibilità di Enel Ernesto Ciorra ha descritto le direzioni di coinvolgimento dell’azienda elettrica nel settore dell’economia circolare. “Enel sta trasformando con successo il proprio business model guidando una transizione energetica focalizzata su digitalizzazione, rinnovabili e reti. Alla base della trasformazione vi è il concetto chiave di Open Power, cioè apertura e condivisione verso il mondo esterno – stakeholder, partner, start-up, istituti di ricerca, ecc. – creando valore condiviso nell’affrontare e provare a risolvere grandi problemi per l’umanità che per noi possono essere opportunità di business”. La circular economy, sottolinea Ciorra, “è la naturale evoluzione di quanto fatto fino ad oggi. Abbiamo numerosi esempi significativi, in diversi settori e Paesi. Uno su tutti è Futur-e, il programma per la trasformazione di 23 centrali elettriche di Enel in Italia in nuove opportunità di sviluppo per il territorio e per il Paese. Attraverso il coinvolgimento diretto di tutti i portatori di interessi a livello locale, nazionale e internazionale, abbiamo lanciato bandi pubblici e concorsi per individuare i progetti più innovativi e sostenibili al fine di dare nuova vita a questi siti e creare nuove opportunità per il territorio, privilegiando le soluzioni in ottica circular economy”.

Un processo che coinvolge la quasi totalità dei settori produttivi, ma anche il mondo della finanza e delle banche. Intesa Sanpaolo, banca a supporto del Made in Italy, da sempre impegnato a sostenere le PMI e la crescita del Paese, intende cogliere la sfida della transizione verso la circular economy per orientare l’economia italiana verso un percorso innovativo di successo” commenta Massimiliano Tellini, responsabile progetto Circular Economy del Gruppo Intesa Sanpaolo. “Il nostro obiettivo è promuovere le migliori esperienze delle grandi aziende internazionali a vantaggio delle PMI italiane, creando sinergie e valore condiviso secondo uno dei paradigmi vincenti per l’economia del 21° secolo. La circular economy non è tanto un tema di sostenibilità ambientale, quanto una chiara priorità in chiave di innovazione strategica per la nostra economia”. Risulta quindi riduttivo, conclude Tellini, “accostare i concetti di circolarità a tematiche come raccolta differenziata e riciclo, a discapito del re-design dell’intero ciclo di vita e di utilizzo dei prodotti, capace di offrire nuove scelte per i consumatori finali attraverso nuovi modelli di business e di creazione di valore”.

Nel suo discorso di chiusura dei lavori, il Presidente dell’ENEA Federico Testa ha voluto sottolineare come l’Italia sia “pronta per la transizione verso un’economia circolare che garantirebbe una crescita economica sostenibile e nuovi posti di lavoro in chiave green. Da qui la nostra proposta di un manifesto programmatico dell’economia circolare che si esplicita in un Piano di azione incentrato sulla creazione di un’Agenzia nazionale per l’uso efficiente delle risorse. Per il suo ruolo super partes l’ENEA potrebbe ricoprire questa funzione di Agenzia, assicurando il necessario coordinamento a beneficio di imprese e PA”. 

Paolo Magnani

[24 Nov 2016]