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I siti rurali FAO che insegnano lo sviluppo sostenibile

Altri nuovi 13 siti individuati dalla FAO come patrimonio agricolo mondiale. Si tratta di luoghi unici in cui le comunità rurali, nel pieno rispetto della natura, promuovono la sicurezza alimentare esaltando la biodiversità

Altri 13 nuovi siti si aggiungono alla lista che risponde alla voce «Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale (GIAHS)». Ad allungare l’elenco la FAO, che rende merito all’ingegnosità attraverso la quale risorse naturali e necessità umane sono state combinate per creare mezzi di sostentamento ed ecosistemi mutualmente sostenibili. Questi sistemi, come ha tenuto a sottolineare alla cerimonia di presentazione tenutasi a Roma il 19 aprile Maria Helena Semedo, vice -Direttore Generale della FAO, “riflettono una profonda armonia tra uomo e natura“. Queste new entry – grazie alle quali il numero totale di siti GIAHS nel mondo arriva a 50 – si trovano in Cina, Egitto, Giappone, Repubblica di Corea, Messico, Portogallo, Spagna e Sri Lanka e producono dalla frutta alla verdura, alla carne e riso, fino al sale, al tea, seta e wasabi.  Il programma della FAO mette in risalto sistemi unici che le comunità rurali hanno forgiato nel corso di generazioni per promuovere la sicurezza alimentare, mezzi di sussistenza sostenibili, ecosistemi resilienti e una ricca biodiversità, il tutto in un contesto di incredibile bellezza.

Questi luoghi non ci parlano di un passato nostalgico, ma offrono soluzioni per il presente e per il futuro” ha sottolineato Semedo. “I GIAHS – ha aggiunto – offrono innovazione e opportunità, incluso un maggiore accesso a nuovi mercati e a settori come l’etichettatura ecologica, il turismo rurale o la formazione dei giovani per aggiungere valore al nostro patrimonio agricolo“.

Tra i siti riconosciuti oggi, risultano i primi in Europa e America del Nord: il sistema agro-silvi-pastorale di Barroso in Portogallo, le saline di Salinas de Añana e la tradizione millenaria per la coltivazione dell’uva moscato di Axarquía in Spagna, oltre al sistema di isole agricole artificiali dette «chinampas» sviluppate a Città del Messico basandosi sulla trasmissione orale di tecniche utilizzate già dagli antichi Aztechi.

Il Forum internazionale di Roma si è proposto come occasione di confronto tra le diverse realtà e ha visto la partecipazione di alti rappresentanti dei governi di Cina, Italia, Spagna, Giappone, Spagna, Tanzania e autorità di Algeria, Cile e Francia oltre a funzionari dell’UNESCO che gestisce il famoso programma Siti Patrimonio dell’Umanità.

 

 I mille risvolti dei siti

I Sistemi del Patrimonio Agricolo di rilevanza mondiale prevedono sistemi di gestione dell’ecosistema dove le risorse idriche, la salute del suolo e altri fattori ambientali risultano strettamente connessi, tanto da dover spesso necessitare di regole ad hoc per il controllo della proprietà terriera, l’allocazione delle risorse e del lavoro.

Semedo ha voluto sottolineare come questi Sistemi del Patrimonio Agricolo raggruppino in loro i pilastri economici, sociali, ambientali e culturali dello sviluppo sostenibile. “Affermandone il valore – ha spiegato – riconosciamo allo stesso tempo il ruolo degli agricoltori di piccola scala, creatori e custodi di tali sistemi, nel promuovere la biodiversità e molti altri obiettivi comuni”.

Le ricadute di un sito GIAHS

L’impostazione del programma FAO porta ad evidenziare le ingegnose realtà che hanno permesso di raggiungere la sostenibilità nell’attività umana più di base: trasformare risorse naturali in un sistema alimentare sostenibile. L’obiettivo prioritario diventa quello di tutelarne dinamicamente la conservazione e di permettere ai piccoli produttori che hanno contribuito a realizzarle, di continuare a operare come custodi e depositari della tradizione tra le sfide moderne come urbanizzazione e cambiamenti climatici. Di conseguenza, la designazione di un sito GIAHS finisce per contribuire a conservare la biodiversità e a tutelare le varietà a rischio di estinzione, a beneficio della sicurezza alimentare mondiale, oltre a dare nuova vitalità alle attività culturali locali, creando opportunità di lavoro e promuovendo il turismo.

Il riconoscimento GIAHS può anche rientrare in strategie di marketing ad hoc atte a promuovere la domanda di prodotti agricoli locali, aumentandone i prezzi. Il riso certificato di Sedo, in Giappone, ad esempio, che offre rifugio all’ibis crestato (specie protetta), sul mercato si vende al doppio rispetto ad altre varietà locali.

Le opportunità del programma GIAHS, comunque, possono andare anche oltre, secondo Semedo, se si punta a creare maggiori sinergie e opportunità per “i valenti artisti che hanno scolpito il nostro passato, disegnato il nostro presente e che daranno forma al nostro futuro”. Perché un sito venga designato dalla FAO come Patrimonio Agricolo deve avere rilevanza globale, rappresentando un bene pubblico per la sua funzione a sostengo della sicurezza alimentare e dei mezzi di sostentamento, della biodiversità, dei sistemi di conoscenza, e delle tecnologie adattate, della cultura – oltre a dei paesaggi eccezionali. Inoltre, molti di questi siti forniscono importanti servizi ecosistemici anche oltre i loro confini.  Alcuni paesi hanno addirittura creato un proprio programma nazionale, come la Repubblica Popolare di Cina e il Giappone, i cui Governi si sono dimostrati sostenitori particolarmente attenti e generosi del programma GIAHS.

[ Roberta Di Giuli ]